Questa zona fu gravemente danneggiata ed occupata dalle truppe asburgiche durante il conflitto, solo in seguito il regime fascista scelse queste zone per costruire uno dei più grandi sacrari d’Italia.
Quest’area dell’Altopiano di Asiago è passata alla storia per essere stata l’unica zona del fronte italiano in cui si è combattuto per tutta la durata del conflitto, dal 24 maggio 1915 al 4 novembre 1918, e fu teatro di alcune delle battaglie più dure e sanguinose, come quella sul Monte Ortigara e la Strafexpedition (spedizione punitiva).
Il Sacrario Militare di Asiago custodisce i resti dei caduti italiani provenienti da 35 cimiteri diversi disseminati qua e là sull’Altopiano dei Sette Comuni. Nella cripta sono stati riuniti anche molte soldati austro-ungarici, noti e ignoti, che provenivano dai cimiteri di Stoccaredo, Cesuna, Canove, Gallio e Marcesina.
Al suo interno troviamo i resti di 33.089 soldati italiani, di cui ben 20.291 ignoti, sistemati in loculi individuali posti per ordine alfabetico lungo le varie gallerie.
Il progetto per realizzare questo imponente monumento fu dell’architetto veneziano Orfeo Rossato, che lo disegnò in un unico blocco di cimento e marmo, sormontato da un’enorme arco, in stile romano, alto 47 metri.
I lavori terminarono nel 1938 e venne inaugurato alla presenza di molte autorità e del re Vittorio Emanuele III. Il Sacrario Militare di Asiago assieme all’Ossario del Pasubio, all’Ossario del Monte Cimone e al Sacrario militare del Monte Grappa compaiono in uno dei quattro quadri dello stemma della provincia di Vicenza.
