Fregiato col marchio IGP, acronimo per Indicazione Geografica Protetta, un riconoscimento Europeo assegnato a quei prodotti coltivati e lavorati in una determinata area, dalla quale traggono le loro caratteristiche determinanti.
Anch’esso figlio del più famoso Radicchio di Treviso, si distingue per la sua forma sferica e molto compatta, con foglie grandi e rotondeggianti, di colore rosso intenso. Chiamato dai chioggiotti “Radicio de Ciosa” nel loro dialetto, è considerato tra tutti quelli coltivati, il più sapido.
Prende il nome dal luogo che gli ha dato la fama, la città di Chioggia, una delle città più belle e affascinanti della laguna veneziana, conosciuta anche come la “Piccola Venezia”. Il radicchio di Chioggia IGP viene coltivato anche in altri comuni delle province di Padova, Rovigo e Venezia, ed esportato in tutta Europa grazie alle sue caratteristiche.
Si tratta di una tipicità di antiche tradizioni, come è stato riportato nel quaderno mensile dell’istituto Federale di Credito per il Risorgimento delle Venezie nel marzo del 1923, elogiando la tecnica colturale del radicchio ottenuto negli orti veneti.
Un tempo, infatti, le coltivazioni avvenivano in piccoli appezzamenti di terra, lungo il corso del fiume Brenta e del fiume Adige, a ridosso della foce, dove il terreno è per lo più sabbioso e poco argilloso.
Viene prodotto nelle tipologie di “precoce” raccolto tra i mesi di aprile e luglio e quella “tardiva” raccolto tra settembre e marzo. Un ortaggio leggermente amarognolo e croccante, che si consuma soprattutto crudo, ma che riserva piacevoli sorprese al palato anche quando viene leggermente cotto ed accompagnato in ricette di diverso tipo.
