Il Teatro Olimpico, il primo e il più antico teatro coperto dell’epoca moderna, inteso come periodo storico del medioevo, precedente all’età contemporanea.
Il Teatro Olimpico
Fu l’ultima grande opera dell’architetto Andrea Palladio, che lo iniziò per l’Accademia Olimpica, di cui era membro, alla fine del febbraio del 1580, proprio pochi mesi prima di morire.
L’Accademia Olimpica è un’antica istituzione culturale di Vicenza, dedita alla promozione e alla celebrazione tramite corsi di insegnamento e manifestazioni varie della cultura e alla vita artistica della città e del suo territorio.
Il palazzo costruito a pochi metri dal palazzo Chiericati, in quello che un tempo era la Piazza dell’Isola, perché confluivano al suo centro due importanti corsi d’acqua della città, il Bacchiglione e il Retrone. La realizzazione del teatro, che venne concessa all’interno di un preesistente complesso medioevale, il castello del Territorio, venne commissionata principalmente per la messa in scena di commedie classiche.
La struttura era una vecchia fortezza di impianto medioevale, più volte ristrutturata e modificata, e quasi sempre utilizzata nel tempo come prigione e polveriera, prima del suo declino. Dopo la morte di Andrea Palladio nel 1580, i lavori furono portati avanti sulla base di alcuni appunti lasciati al figlio Silla e si conclusero intorno al 1584.
Durante questo periodo, però, sorse un problema, ovvero, quello di realizzare una scena “a prospettive”, che era stata prevista sin dall’inizio dall’Accademia, ma di cui l’architetto non aveva lasciato un vero progetto. Nell’urgenza venne chiamato un altro noto architetto vicentino, ovvero Vincenzo Scamozzi, che disegnò delle scene lignee di grande effetto, soprattutto per il loro illusionismo prospettico e per la loro cura dei particolari.
Queste, vennero realizzate in legno e stucco per un uso temporaneo, però non furono mai rimosse e, malgrado i pericoli d’incendio e bombardamenti bellici, si sono miracolosamente conservate fino ai giorni nostri, divenendo testimoni uniche della loro epoca.
Il Teatro Olimpico venne inaugurato il 3 marzo del 1585, con la rappresentazione dell’Edipo re di Sofocle, un drammaturgo greco antico, e in questa occasione, come avvenne anche in seguito, le scene che rappresentano le sette vie della città di Tebe, un luogo importante della mitologia greca, per le storie di Cadmo, Edipo, Dioniso e altri, furono illuminate con un originale e complesso sistema di luci artificiali, pensato sempre da Scamozzi.
Un’opera straordinaria, sogno di generazioni di umanisti e architetti rinascimentali, con questo progetto il Palladio ricostruisce un grande teatro dei romani, grazie a uno studio accurato dal testo di Vitruvio e dalle rovine delle strutture dei teatri antichi. A valorizzare la costruzione romana sono i particolari del proscenico a doppio ordine, con grandi edicole che costudiscono le statue dei membri dell’Accademia Olimpica.
Articolato in tre registri, si presenta in quello inferiore con al centro un ampio arco trionfale, la porta regia, e ai lati due porte più strette, gli hospitalia, tutto decorato con statue e metope di marmo ad altorilievi, che raccontano le imprese di Ercole. Al di sopra dell’arco trionfale troviamo lo stemma della città di Vicenza e la scritta latina motto dell’Accademia, “Hoc opus, hic labor est”, locuzione latina che significa, Ecco la difficoltà, ecco ciò che v’ha faticoso.
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