È la città più bella del mondo: romantica, vivace e misteriosa. Il centro storico di Venezia è considerata una delle opere più affascinanti, improbabili e geniali che le mani dell’uomo abbiano mai creato. Costruita su una serie di isolotti paludosi, soggetta alle maree dell’Adriatico e a frequenti inondazioni, sopravvive a dispetto di tutti i pronostici.
Il Centro Storico di Venezia
La città sembra infinita: svolte improvvise, vicoli ciechi, cortili nascosti, piccole calle… Venezia si contorce e si aggroviglia su se stessa, intricata come i suoi millecinquecento anni di storia. Un tempo potenza commerciale e navale del Mediterraneo, oggi ha saputo ritagliarsi un ruolo completamente nuovo, in quanto i suoi magnifici palazzi si sono trasformati in alberghi, negozi e appartamenti, i suoi magazzini sono diventati musei, e i conventi sedi di scuole e laboratori.
Tuttavia molto poco della struttura è stato alterato negli ultimi secoli, nonostante i bombardamenti che hanno portato allo stravolgimento del continente. Ogni anno cresce il numero dei turisti che attraversano Venezia e cresce il numero di persone che restano affascinate dalla magia di questa città un po’ irreale, le cui strade sono canali e dove il passato vale più del presente. “Perché voi vivete come uccelli marini” scrisse il prefetto romano Cassiodoro ai primi veneziani nel 537 a.C. “..mentre altri legano gli animali alle porte di casa, voi alle vostre, fatte di vimini e canne, legate le barche.”
La storia racconta che la gente del Veneto, per sfuggire ai Goti, che saccheggiarono e bruciarono tutto al loro passaggio, cercarono rifugio nelle isole selvagge e inabitate delle paludi costiere. Presto si formarono dei villaggi, i quali, sfruttando la posizione sul mare, facile da difendere, stabilirono legami commerciali con Costantinopoli che, successivamente, durante il Medioevo conquistarono grazie al potere e all’influenza acquisito nel corso dei secoli nel Mediterraneo.
Estranea alle lotte interne alla regione, Venezia ebbe il privilegio di godere di un governo organizzato come nessun altro, guidati dal doge, il quale era di nomina elettiva e aveva poteri ben definiti dalla costituzione. Il potere vero e proprio era detenuto dal consiglio dei Dieci e dai circa duemila membri del Maggior Consiglio, i quali eleggevano sia i dogi che il consiglieri.
Nel XVI secolo Venezia aveva ormai il monopolio del commercio nel Mediterraneo e aveva colonizzato tutto il Nord-Est d’Italia, dall’Adriatico alle Alpi. Mantenere il dominio, significava essere spesso in guerra, infatti nel 1508 i più potenti sovrani d’Europa, da papa Giulio II all’imperatore Massimiliano, formarono la Lega di Cambrai, che aveva come fine proprio la distruzione di Venezia.
Le loro truppe saccheggiarono le città del Veneto e segnarono l’inizio di una grande crisi per la città. Non più grande potenza, la Venezia del XVIII secolo divenne sinonimo di decadenza, con gli aristocratici che sperperavano le ricchezze in feste dispendiose o al tavolo da gioco. Tutto crollò nel 1797, quando Napoleone assediò e saccheggiò la città, ogni leone di San Marco e ogni insegna ducale venne portata via, i quattro cavalli di bronzo vennero rimossi dalla Basilica di San Marco e inviati a Parigi, il tesoro al suo interno venne saccheggiato, chiese e monasteri soppressi ed il doge obbligato ad abdicare.
Successivamente, nel 1798, Venezia venne consegnata all’Austria e per la prima volta dopo secoli divenne una provincia di una capitale straniera.I suoi conquistatori, però, si resero utili, pavimentando le strade, installarono l’illuminazione a gas, rafforzarono le difese navali e nel 1846 costruirono il ponte che, per la prima volta, collegò Venezia alla terraferma. Infine nel 1866 Venezia venne consegnata alla Francia, che la cedette al nuovo Regno d’Italia dopo la guerra tra Prussia e Austria.
La realizzazione
La costruzione di Venezia, apparentemente galleggiante sulle acque dell’Adriatico, fu la più grande sfida che gli abitanti dovettero affrontare , creando fondamenta stabili in grado di sorreggere il peso degli edifici.
L’ingegnosità con cui la città è stata costruita è notevole, quasi più del suo fascino. Venezia poggia su un centinaio di isolotti fangosi, in mezzo alla laguna paludosa, che per far fronte alle condizioni cosi proibitive, i primi costruttori veneziano svilupparono tecniche del tutto originali, utilizzando pietra impermeabile sostenute da zattere di larici e pali di pino provenienti dalla Alpi.
I quali non marciscono nel suolo, perché manca l’ossigeno necessario ai microbi. Il tessuto di Venezia è costituito da una serie di comunità insulari autonome collegate fra loro da ponti. I quali erano spesso privati e si doveva pagare un pedaggio per usarli, che in origine non avevano ringhiere o balaustre, cosi creando molti pericoli a chi li usava di notte. Ciascun campo ha la sua riserva d’acqua, il pozzo, unica fonte di acqua fresca, che attraverso griglie nei pavimenti, raccoglieva l’acqua piovana in cisterne foderate d’argilla e riempita di sabbia che agiva come filtro.
Le sue chiese col campanile e il suo centro in un campo, erano il cuore dell’attività commerciale. I palazzi sul campo hanno negozi e magazzini a livello strada, e laboratori artigianali e abitazioni più modeste sono invece relegati nel reticolo di viuzze o calle che si diramano dal campo.
Le case veneziane si sono evolute per soddisfare i bisogni di una città senza strade. Poiché i visitatori arrivarono di solito in barca, alla facciata sul canale era dedicata una particolare cura architettonica, mentre alle altre facciate si prestava meno attenzione. Le case erano prevalentemente di tre piani, con la cucina al pian terreno, per un facile accesso all’acqua, o sotto al tetto per disperdere meglio gli odori, e il palazzo, serviva sia da magazzino e da ufficio per gli affari, sia da residenza, rispecchiando così l’anima mercantile della città.
Venezia divenne una grande potenza soprattutto per le navi mercantili che andavano oltre oceano anche se la sua vera forza era la conoscenza che veniva trasmessa di padre in figlio come quella riguardante la fisiologia dei corsi d’acqua. Da qui nascono i gondolieri fanno parte del simbolismo e della mitologia di Venezia tanto che una leggenda locale vuole che nascono con i piedi palmati per poter camminare sull’acqua.
La gondola, un tempo essenziale per il trasporto di merci dai mercati ai palazzi, era il mezzo ideale per navigare in canali stretti e poco profondi, mentre oggi è so un’attrazione turistica e un momento essenziale dell’esperienza di una visita a Venezia. Scivolare a pelo d’acqua tra piccole e grandi residenze su una barca vecchia mille anni, dà una visione della città del tutto diversa da quelle ordinarie.
A loro modo, queste imbarcazioni possono davvero considerarsi non solo capolavori dell’ingegneria nautica, ma anche opere d’arte, in quanto per rendere impermeabile una gondola si usava la pece, che successivamente lasciò posto a verniciature chiare e diversi abbellimenti che furono vietati nel 1562. Oggi tutte le gondole, tranne quelle da cerimonia, sono nere e decorate solo con il ferro e con un ippocampo d’orato per lato. In occasioni speciali, come i matrimoni, spuntano le “felze” tendine nere e ghirlande di fiori, diversamente dai funerali dove vengono adornate con angeli dorati.
La propensione dei veneziani per l’intrigo si manifesta pienamente durante il famoso Carnevale, che significa “addio alla carne” e che si celebra in tutto il Veneto. Festeggiato a Venezia per la prima volta nel XI secolo, è una Festa eccitante e giocosa che precede l’astinenza della quaresima.
In particoolare consisteva in due mesi di baldoria e sfrenatezza, dove dilagavano Maschere e costumi che assicuravano l’anonimato e facevano scomparire qualsiasi distinzione sociale. Oggi vengono organizzate numerose manifestazioni, in cui ognuno può comprarsi la proprio maschera e partecipare, godendosi lo spettacolo dei costumi in Piazza San Marco.
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