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Situata nel cuore del Polesine, il centro storico di Rovigo è vivace e dal bell’aspetto, un importante centro agricolo ed industriale in continuo sviluppo, e rappresenta per molti una scoperta culturale e ambientale.

Il Centro Storico di Rovigo

Accarezzata dalla brezza marina che arriva dal vicino Delta del Po, dalla semplicità dei rapporti umani, dalla schiettezza del dialetto rodigino e dalla passione per la lirica e per il rugby, questo territorio lascerà ai viaggiatori più scrupolosi un ricordo unico.

La Rotonda

Visitandola coglieremo le origini altomedioevali simboleggiate dalla Torre Donà (a sinistra), una delle più alte torri medievali italiane, situata nei giardini pubblici di piazza Matteotti insieme alla Torre Mozza (a destra), l’unico ricordo rimasto del castello che sorgeva in questo giardino costruito dal vescovo Paolo Cattaneo nel lontano 920.

Capoluogo del Polesine, la città di Rovigo è stata punto d’incontro della civiltà veneziana e ferrarese, evidente ancora oggi negli edifici a portici che delimitano il suo centro naturale di Piazza Vittorio Emanuele II.

Pochi sono i reperti storici che possono guidarci ad una ricostruzione esatta della storia di Rovigo, infatti sono sicure alcune frequentazioni in zona di antichi Veneti e più tardi anche dei Romani.

Il primo documento storico attendibile sulla città narra della presenza nel 833 di un borgo fortificato chiamato Rhodigium, fatto costruire dal vescovo di Adria, Paolo Cattaneo, sulla sponda destra del fiume Adige, il quale era un’importante via di transito per i commerci fluviali e terrestri delle più importanti città del nord d’Italia verso il Mar Adriatico.

Nel XII secolo, grazie alla presenza degli Estensi, che nel frattempo avevano preso le redini della città dal governo vescovile precedente, sì iniziò l’ampliamento e la fortificazione del borgo, che cominciava ad assumere una struttura urbana più chiara e definita, che si estendeva già su entrambi i lati dell’Adigetto, che all’epoca era un vero e proprio fiume.

Con il dominio degli Estensi durato quasi tre secoli, il centro storico di Rovigo divenne capoluogo del Polesine, grazie al progressivo fiorire dell’edilizia religiosa e civile, che portò con se chiese, ospedali e nobili palazzi. Nel XV secolo tutto il territorio del Polesine e la stessa Rovigo furono tormentati dalla Repubblica di Venezia, che cominciava proprio in quel periodo a espandersi verso la terra ferma e, durante la Guerra del sale, i veneziani entrarono definitivamente sul territorio.

Per sugellare la sua impronta, Venezia fece costruire la Piazza Maggiore, l’attuale Piazza Vittorio Emanuele II, la Torre Civica, e la colonna con il Leone di San Marco. Tra il 1797 e il 1866 furono soggetti alle dominazioni francesi e austriache, che contribuirono all’abbattimento delle mura. In epoca fascista, con il piano regolatore del 1938, venne deciso di interrare il fiume Adigetto alterando così la fisionomia della antica città fluviale.

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