Oasi Naturalistica di Sbarai
L’Oasi Naturalistica di Sbarai è una zona umida particolarmente suggestiva e delicata, che ospita una vasta serie di ambienti diversi, legati alle variazioni di livello delle acque del lago.
Un’area che si sviluppa in presenza di una fitta vegetazione, come boschi e canneti, i quali offrono un ottimo luogo di sosta e di riparo per gli uccelli migratori, e per la riproduzione degli uccelli acquatici. L’Oasi Naturalistica di Sbarai si trova sulla sponda del lago di Santa Croce, circondato dai Monti dell’Alpago e dalla storica foresta del Cansiglio, in provincia di Belluno.
Una zona, che per i bellunesi è come se fosse il giardino di casa, in quanto è facile da raggiungere per una gita veloce, per rilassarsi in riva al lago e per praticare qualche attività sportiva all’aria aperta. Questo splendido specchio d’acqua naturale è incastonato in una conca soleggiata, circondato da graziosi borghi rurali, come Bastia e Sitran, con le loro tipiche case a gradoni, con la classica copertura in lastre di pietra, paglia e cannette palustri.
Dall’ampia spiaggia parte il percorso che si inoltra nell’oasi naturalistica, facilmente raggiungibile percorrendo il sentiero pianeggiante attraverso il ponte, che si immerge tra i salici bianchi di dimensioni monumentali.
Questo è un habitat ideale, per superare l’inverno di molte specie di uccelli, come l’Airone Cenerino, la Cicogna Bianca, il Pendolino, il Forapaglie, il Labbo Codalunga, la Cannaiola e il Tuffetto, e che possiamo ammirare nelle postazioni dedicate all’osservazione dell’avifauna.
Non molto lontano da Sitran, troviamo il famoso “albero della bicicletta”, un vecchio castagno che nel corso del tempo ha inglobato nel tronco una vecchia due ruote. È possibile visitare quest’area tutto l’anno, anche se consigliamo il periodo primaverile e autunnale, in maniera da godere tutte le sfumature del paesaggio.
Il tratto da percorrere si sviluppa perlopiù su strade sterrate e non presentano alcuna difficoltà, il percorso è praticabile sia a piedi che in mountain bike, prestando attenzione in alcune stagioni, perchè in alcuni tratti il sentiero può diventare fangoso.
La storia dell’Albero della Bicicletta, tratta dal “Il Quaderno degli Alberi antichi e leggendari” di Paola Fantin.
“Narra la storia che a Sitran vi fosse un contadino che nella prima metà del ‘900 riuscì ad acquistare una bicicletta, suo vanto e ricchezza. Quando andava nei campi a tagliare l’erba, la portava sempre con sé e la appoggiava sul castagno vicino. Passarono gli anni e la bicicletta divenne vecchia e malandata.
Il contadino, non avendo cuore di gettarla via, in un giorno del 1952, decise di appenderla a un ramo secco del castagno, senza neppure immaginare che, col tempo, albero e bicicletta sarebbero diventati un corpo solo e un’anima sola. Per sempre”
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