I Cadini di Misurina, situati tra Cortina d’Ampezzo, Auronzo di Cadore e le Tre Cime di Lavaredo, sovrastano le splendide acque del Lago di Misurina in provincia di Belluno.
Cadini di Misurina
Il termine Cadini deriva dal termine cadorino “ciadìn”, che può essere tradotto in valloni, visto il grande numero di avvallamenti presenti all’interno del gruppo montuoso. Cima Cadin di San Lucano svetta sopra di tutte, con i suoi 2.839 metri, è seguita da Cima Eotvos di 2.825 metri e da Cima Cadin Nord Est di 2.788 metri.
Un’incredibile varietà di torri, pinnacoli e guglie fanno da cornice a questi grandi canaloni che, salendo e scendendo per le loro forcelle, offrono un panorama dolomitico unico e favoloso. I Cadini di Misurina fanno parte del Gruppo di Sesto, gruppo montuoso delle Dolomiti patrimonio dell’umanità riconosciuto dall’UNESCO nel 2009.
Queste imponenti e simpatiche montagne confinano a nord con le Tre Cime di Lavaredo e la Croda dei Rondoi, a est con il Gruppo del Popera e dalla Croda dei Toni, a sud con il Gruppo del Sorapiss e i Gruppi delle Marmarole e a ovest con il Gruppo del Cristallo e il suggestivo lago di Misurina.
Una leggenda narra che questo incantevole lago, sia stato un dono della fata del monte Cristallo alla figlia del re Sorapiss, una bimba molto capricciosa chiamata Misurina.
Questa graziosa bimba supplicò insistentemente il padre, affinchè le procurasse lo specchio magico dalla fata, per poter leggere i pensieri di chiunque si specchiasse. La fate resistette a lungo, perché non voleva accontentare la bimba dispettosa ma, di fronte alle lacrime del re, finì per acconsentire, ponendo però delle condizioni durissime.
La fata possedeva sul monte Cristallo un bellissimo giardino ricco di fiori stupendi, e l’eccesso di sole li faceva appassire prematuramente. Quindi decise che, in cambio dello specchio magico il re accettasse di trasformarsi in una imponente montagna in modo che proteggesse con la sua ombra il meraviglioso giardino della fate.
Qualche istante dopo, mentre Misurina contemplava il suo grande specchio, il re Sorapiss cominciò la sua trasformazione, gonfiandosi e cambiando colore, i suoi capelli divennero alberi e le sue rughe profondi crepacci, originando così il maestoso gruppo del Sorapiss. Leggenda resa famosa da una canzone di Claudio Baglioni incisa nell’album Sabato pomeriggio.
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