Il Gruppo del Croda da Lago è un massiccio montuoso delle Dolomiti Ampezzane, situato tra Cortina d’Ampezzo, il Gruppo del Nuvolau, Selva di Cadore e il Monte Pelmo.
Gruppo del Croda da Lago
L’imponente gruppo si sviluppa attraverso frastagliate creste che scendono verso sud dal Croda da Lago di 2.701 metri, ai Lastoi de Formìn di 2.657 metri, dal Beco di Mezzodì di 2.603 metri alle Rocchette di 2.469 metri. Dal Passo Giaù, il più comodo punto di partenza, partono numerosi sentieri adatti ad ogni tipo di escursione, che si snodano attraverso la Croda da Lago, il Nuvolau, l’Averau e le Cinque Torri.
Il Giaù in particolare, è molto famoso per essere uno dei passi più sorprendenti e duri delle Dolomiti e questa notorietà deriva soprattutto dalle numerose tappe del Giro d’Italia, dai Rally e dalle Maratone delle Dolomiti che si svolgono anno dopo anno. Inoltre, ogni giorno, sono veramente numerosi i ciclisti amatoriali e i motociclisti che affrontano la salita di Santa Lucia e gli infiniti tornanti, per poi scendere giù fino a Cortina D’Ampezzo.
Un itinerario molto conosciuto tra le vallate della zona, è l’Anello del Croda da Lago, sia per la varietà ambientali che si incontrano lungo il percorso, sia per gli stupendi paesaggi completamente diversi che si possono apprezzare attraverso questi sentieri.
Un entusiasmante percorso attraversa i pascoli di Mondeval, accompagnati da torrenti danzanti e dai fischi delle numerose marmotte che in queste splendide zone hanno trovato il loro habitat naturale. Mondeval è una vallata alpina compresa nel gruppo dolomitico del Croda da Lago, che si sviluppa in due contesti, nel territorio di San Vito di Cadore e in piccola parte nel comune di Selva di Cadore.
Una parte chiamata Mondeval de Sora, un altopiano situato tra i 2.150 e i 2.350 metri di altitudine, custodendo al suo interno i Lastoi de Formin, il monte Corvo Alto, il Col Duro e il Becco di Mezzodì, e il Mondeval de Sote che comprende la vallata sottostante, e segue il corso del Rio Cordòn nella Val Fiorentina.
Si tratta di un territorio molto importante dal punto di vista paesaggistico e naturalistico, una meta molto frequentata in tutte le stagioni dai turisti provenienti da tutto il mondo. Questo altopiano è strettamente legato alla scoperta di una cacciatore-raccoglitore perfettamente conservato con il suo corredo funerario, dell’epoca mesolitica, un periodo intermedio dell’età della pietra, nel 10.000 a.C.
Un sito archeologico di eccezionale importanza, scoperto nel 1985 sotto un masso di dolomia, da Vittorino Cazzetta di Pescul, un appassionato di geologia. In particolare, quel giorno, Vittorino aveva notato alcuni resti di manufatti litici nel terriccio accumulato da una marmotta, impegnata nel costruirsi la nuova tana.
Gli scavi iniziarono l’anno successivo, sotto la direzione di Antonio Guerreschi, docente dell’università di Ferrara, interessato a portare avanti le indagini e approfondire l’eccezionale scoperta. Solo dopo quindici anni di scavi, con l’aiuto di studiosi e di studenti, portarono alla luce lo scheletro del cacciatore e il suo corredo funebre, risalente ad oltre 80 secoli fa. Oggi i resti dell’uomo mesolitico sono conservati nel Museo Vittorino Cazzetta, di Selva di Cadore.
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