Le Fortificazioni Romane del centro storico di Belluno sono i segni di un passato particolarmente glorioso, opere di difesa realizzate sui punti più elevati del promontorio, con cinte murarie, torrioni e grandi porte. L’arte della fortificazione raggiunge con i Romani il più alto livello tecnico ed architettonico del mondo antico, con soluzioni chiare e robuste.
Le Fortificazioni Romane e le Porte d’Ingresso
Belluno, molto probabilmente, è stata fondata tra il 220 e il 200 a.C. dai Romani che scacciarono a nord le popolazioni celtiche che vivevano in queste terre, ed iniziarono da subito a costruire le prime fortificazioni romane nel territorio.
La città, all’epoca, era circondata da alte mura di cui, però, vi rimane traccia solo in alcuni tratti.
Per i più curiosi segnaliamo il dipinto di Domenico Falce (1619-1697) con la “Veduta di Belluno nel 1690”, dove sono ben visibili le antiche mura settentrionali e quelle meridionali intervallate da una serie di piccole torri.
A simboleggiare veramente le fortificazioni romana, invece, sono alcune delle famose porte d’ingresso al centro abitato;
Le Porte Romane d’Ingresso alla Città
La Porta Dojona prende il nome dal torrione vicino (Torrione Dojon) con cui costituiva un complesso fortificato. Fu Vecello da Cusighe nel 1289 ad innalzare questo imponente arco, per il vescovo-conte Adelgerio da Vili. Al suo interno troviamo una lastra di pietra, murata sopra l’arco, a testimoniare il dominio di Ezzelino da Romano. Quest’opera rappresenta la riproduzione più antica dello stemma cittadino.
La Porta Rugo è caratterizzata da un arco ogivale o, a sesto acuto, con l’area aperta verso l’alto, tipico di tutte le strutture medioevali. Rappresentava la parte meridionale della struttura muraria e un passaggio fondamentale che portava al porto fluviale di Borgo Piave e Borgo Prà.
Porta Dante al tempo dei Romani era un piccolo uscio di servizio chiamato Ussolo, cioè porticina. Lo stemma in pietra, che appare ancora oggi, era stato realizzato assieme alla porta Reniera nel 1669 dal rettore veneto Daniele Renier, da cui poi prese il nome. L’attuale struttura, realizzata alla fine della dominazione asburgica a Belluno, risale al 1865 come simbolo patriottico della ritrovata unità culturale italiana.
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