Quando venne costruito il primo monastero francescano nel XIII secolo, al posto di una piccola e modesta chiesetta dedicata a San Marco, questa zona era ricca di vigneti, il più ampio e fruttuoso orto di tutta l’isola veneziana.
La storia racconta che fu proprio in questo posto che durante un soggiorno dell’evangelista, riparatosi da una tempesta, gli apparse un angelo che gli annuncio la futura fondazione di Venezia, e mentre si congedava gli disse, Pax Tibi, una locuzione latina che significa “pace a te”, il quale divento il motto della Serenissima.
L’attuale chiesa, cominciata da Jacopo Sansovino nel 1534, per l’ordine dei francescani, fu commissionata dal doge Andrea Gritti, che vi è anche sepolto al suo interno, ed è una delle più belle chiese rinascimentali di tutta Venezia.
Venne completata nel 1554, dieci anni più tardi mettendo da parte Sansovino, e chiamando per completare la costruzione della grandiosa facciata l’architetto Andrea Palladio, che nel frattempo si era imposto come alternativa concreta, realizzando così, su un unico piano la navata maggiore, sormontata da un grande timpano, tutto realizzato in stile classico. Le due enormi statue situate nelle nicchie della facciata rappresentano a sinistra Mosè e a destra San Paolo.
Tra i numerosi capolavori custoditi nella chiesa vi sono le tele di Giovanni Bellini con, Sacra Conversazione e la Vergine col Putto, Santi e Donatori, nella quarta cappella a destra troviamo la Resurrezione di Cristo del 1560 di Paolo Veronese.
Nella controfacciata troviamo a destra la Madonna col Bambino, in un rilievo bizantino del XII secolo di, invece a sinistra un trittico dei Santi Girolamo, Bernardino da Siena e Ludovico da Tolosa, di Antonio Vivarini.
