Il Gruppo del Pelmo, un massiccio montuoso delle Dolomiti di Zoldo in provincia di Belluno, separa la Val di Zoldo e la Val Fiorentina dalla Valle del Boite.
Gruppo del Pelmo
Si articola in due cime principali: il Pelmo che raggiunge i 3168 metri e il Pelmetto che, invece, raggiunge i 2990 metri. La prima ascesa avvenne nel 1857, dall’inglese John Ball, che scelse proprio il Monte Pelmo come prima scalata, con la semplice motivazione che questo monte gli era sembrato il più bello di tutti. Il Pelmo è anche ricordato per essere la prima cima delle Dolomiti ad essere conquistata.
Altra caratteristica del massiccio è il suo lato orientale, dove l’ampio circo glaciale appare simile ad un sedile, tanto da essere chiamato localmente “El Caregon de el Padreterno”. Una leggenda locale, infatti, narra che il Padreterno dopo aver creato l’Antelao, le Tofane, il Sorapiss, il Cristallo, le Marmarole e le cime del Cadore, era così stanco che decise di creare il Pelmo proprio per potersi riposare.
Un salita molto interessante è quella sul Pelmetto, dove è possibile ammirare le orme di dinosauri risalenti a 250 milioni di anni fa. Su una delle sue facce, di questo enorme masso, presenta infatti numerose impronte di dinosauro, traccia di un passato remotissimo e affascinante. La prima segnalazione si deve a Vittorino Cazzetta, di Selva di Cadore, appassionato di preistoria e di montagna.
Da qui partì l’interesse dell’Università di Padova, che spedì sul luogo alcuni studiosi a fare i primi cauti rilevamenti. In un primo momento questa notizia fu accolta con scetticismo, perché si tratta di una roccia nata in ambienti marini, e quindi non giustificava la presenza di esseri terresti come i dinosauri.
In seguito, accurati studi portarono risultati lampanti, infatti vennero catalogati in calchi di gesso oltre cento impronte, organizzate in tracce definite, e riuscendo così a dare un nome alle singole specie di dinosauro. La pubblicazione parla di Coleosauri, piccoli rettili carnivori molto agili, di cui appartengono la maggior parte delle impronte, altre orme invece sono state lasciate dai Prosauropodi, antenati primitivi dei Sauropodi erbivori.
La pista più spettacolare e meglio conservata appartiene a un Ornitisco, con la sua caratteristica orma tridattile, con il dito medio allungato e i due laterali più corti divaricati. Un tempo questi paesaggio dolomitico doveva essere molto simile alle odierne Bahamas, dove lingue di mare entrano nell’entroterra lasciando ad ogni bassa marea specchi d’acqua poco profondi, luoghi ideali per i dinosauri erbivori.
Anche il Gruppo del Pelmo è famoso per la forte Enrosadira, che colora al tramonto oppure all’alba queste grandiose vette delle Dolomiti patrimonio dell’umanità. Questo evento naturale è da attribuire alla particolare conformazione geologica di questi monti, ed è dipendente da molti fattori, tra cui il più importante è sicuramente la posizione del sole, del riflesso delle nuvole e degli specchi d’acqua.
Questo straordinario risultato, oltre ad essere un’interessante fatto naturalistico, è anche un evento unico del suo genere, che coinvolge ed emoziona l’osservatore, donando un momento di poesia sui tramonti di queste aspre vette. Non perdete l’occasione di ammirare questo spettacolare fenomeno dolomitico se passate da queste parti, appassionati o no, sceglietevi la montagna giusta per contemplare l’Enrosadira al tramonto oppure all’alba.
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