La Marmolada, chiamata anche Regina delle Dolomiti, si trova ai confini tra la provincia di Belluno e quella di Trento ed è la montagna più alta del Veneto e delle Dolomiti.
La Marmolada
Svetta su tutte Punta Penia che raggiunge quota 3.348 metri, conquistata la prima volta nel 1864 dal grande pioniere Paul Grohmann, Angelo e Fulgenzio Dimai. E’ seguita da Punta Rocca con i suoi 3.309 metri conquistata qualche anno prima, nel 1862, da Pellegrino Pellegrini e Paul Grohmann.
Il suo ghiacciaio omonimo, il più grande delle Dolomiti, si trova lungo il versante nord e, anche grazie alle sue pareti di roccia verticali e ben levigate, la Marmolada è la pietra miliare della storia dell’alpinismo dolomitico. In particolare, la Marmolada, è incastonata tra Val Pettorina e Val di Fassa ed è composta da calcari grigi molto compatti, derivati da scogliere coralline e da materiale vulcanico.
Caratteristiche sono le Gran Vernel, situate nella zona occidentale della Marmolada, che con le sue pareti affilatissime disegnano la celebre piramide regolare, visibile anche a molti chilometri di distanza.
Il versante più imponente è quello settentrionale, dove svetta la colossale parete monolitica. La sua cima fu conquistata dall’alpinista agordino Cesare Tomè nel 1879, seguendo un passaggio tra le rocce della Forcella del Vernel. Durante la Prima Guerra Mondiale, la Marmolada, segnava un tratto del fronte italo-austriaco e fu teatro di grandi scontri come confermano le postazioni ancora visibili sui versanti est e nord.
Furono scavate gallerie all’interno del ghiacciaio da parte degli austriaci per difendersi dalle avanzate degli italiani e per proteggersi dalle temperature esterne che potevano raggiungere i 30 gradi sotto zero. Conosciuta anche come “La città di ghiaccio”, questo complesso di gallerie raggiunse un’estensione di circa 12 km, avendo al suo interno tutto ciò che le truppe avevano bisogno, dall’infermeria ai servizi igienici, dalla centrale telefonica a una cappella.
Il movimento naturale della calotta verso valle e lo scioglimento del ghiacciaio in questi anni ha cancellato le gallerie, riportando alla luce numerosi reperti bellici, ora visibili all’interno del Museo della Grande Guerra 1915 – 1918.
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