Si tratta di un alimento molto versatile e, grazie anche al suo gusto delicato, la si può abbinare a moltissimi altri alimenti come la carne o il pesce.
Però deve la sua fortuna alla semplicità della ricetta e al potere aggregante fra le persone, infatti riscalda corpo e anima fin dal momento della sua preparazione nel tipico paiolo di rame.
Il termine ha origine latina, pollen – pollinis, cioè fior di farina e polvere finissima, perché già i Romani se ne nutrivano. A quei tempi, si preparava una sorta di “poltiglia”, una specie di pane da mangiare col cucchiaio, che si faceva con la farina d’orzo abbrustolita.
Infatti prima degli scambi commerciali d’oltre oceano, venivano utilizzati altri cereali più autoctoni, come il farro, l’orzo o la segale, i quali donavano e conferivano un aspetto leggermente più scuro. Oggi il cereale base per la preparazione è il mais, importato dalle Americhe nel XV secolo, che le conferisce il caratteristico e inimitabile colore giallo.
Preparazione: Dopo aver portato ad ebollizione l’acqua in una casseruola di rame, secondo la tradizione, si aggiunge un pizzico di sale. Mescolando continuamente, in modo da evitare la formazione di grumi, si fa cadere lentamente a pioggia la farina di mais.
Mescoliamo di tanto in tanto con un cucchiaio di legno, in modo da lasciare cuocere la polenta a fuoco lento. Fai attenzione, se ci sarà più acqua, la polenta risulterò più morbida, al contrario con più farina diventerà più dura. Buon lavoro
